Devozione a San Magno
Magno è un nome che attualmente viene dato raramente alle persone, ma la venerazione di tale santo è ampiamente diffusa nella provincia di Cuneo.
La ricorrenza cade il 19 agosto ed è la stessa di un vescovo con lo stesso nome venerato nel Lazio e patrono di Anagni e Colle San Magno in provincia di Frosinone.
Un altro San Magno, monaco, festeggiato il 6 settembre, vissuto circa nel 700-770 tra Svizzera e Baviera, è sepolto a Füssen, in Germania, presso il confine con l'Austria.
Il santo ha dato il nome al comune di Castelmagno, in valle Grana, dove esiste un santuario a 1760 metri di altitudine.
Nel libro "San Magno e il suo santuario", (Cuneo 1993) del sac. dott. Maurizio Ristorto, questi, nella prefazione ritiene più probabile l'ipotesi che il San Magno cuneese non sia altri che il San Magno di Füssen.
La devozione, ancor oggi, prevede in quasi tutti i paesi la processione con la statua del Santo e la benedizione degli animali o delle macchine agricole.
Nel comune di Caraglio, San Magno è festeggiato la 2^ domenica dopo la Pasqua. E' stato recuperato il carro agricolo a trazione animale che veniva utilizzato nella processione. C'è una persona, che si è distinta, a cui viene dedicato il sonetto. Dopo la messa, celebrata nella chiesa di san Giovanni, il carro scende in paese e qui un oratore tiene un discorso "Crija", in parte improvvisato ed in parte composto in precedenza.
A Festiona, comune di Demonte, San Magno è festeggiato oltre che con la processione, con la distribuzione di pani benedetti alle famiglie del paese. Anche qui c'è una persona alla quale viene dedicato il sonetto.
Nel comune di Roccavione, San Magno è festeggiato la 1^ domenica dopo il Ferragosto.
In processione, la statua del Santo posta su un trono e portata a spalle da quattro uomini, è preceduta da un carro agricolo a due assi,
appositamente costruito, trainato da una coppia di vacche.
Al termine della processione c'è la benedizione degli animali. Successivamente un abitante del paese, in piedi sul carro tiene un discorso, detto "Parlata".
San Magno, originario della Puglia, visse nel 3o secolo d.C. Convertitosi al cristianesimo, fu battezzato dal vescovo Redento ed alla morte di questi divenne vescovo di Trani (BA).
Costretto alla fuga a causa delle persecuzioni contro i cristiani predicò il Vangelo in molte città del Lazio, tra cui Anagni dove battezzò Santa Secondina.
Secondo la tradizione, trovato in una grotta presso Fondi (LT), venne martirizzato, forse il 19 agosto dell'anno 250.
Secondo il Martirologio Romano il martirio sarebbe avvenuto a Fabreteria Vetus, l'attuale Ceccano (FR).
Sintesi tra i contenuti di: www.santiebeati.it e Wikipedia.
Da: Dizionario storico della Svizzera.
Magno da Füssen (santo)
ca. 700 , ca. 750 . Monaco di San Gallo, su incarico di Wikterp, vescovo di Augusta, fu missionario in Algovia con il suo confratello Teodoro. Mentre quest'ultimo rimase a Kempten, Magno costruì una chiesa a Waltenhofen e una cella a Füssen, dove presumibilmente fu anche sepolto.
Nella Vita che gli fu dedicata venne descritto come contemporaneo di Gallo e Colombano. Detto anche "apostolo dell'Algovia", fu oggetto di grande venerazione e venne considerato un "Santo Ausiliatore" anche in Svizzera, Tirolo, antica Baviera e Svevia.
Santuario di Castelmagno
Facciata del Santuario di Castelmagno
Dipinto sulla facciata del Santuario
La statua di san Magno
(tratta da un santino)
Da: Ristorto M., San Magno e il suo santuario, Cuneo 1993, pp. 94.
PREFAZIONE
Nel corso dei tempi si sono affacciate dagli studiosi di storia tre ipotesi sul nostro San Magno.
La prima e più antica fu inaugurata dal canonico e medico Guglielmo Baldesano che nel 1604 fece di San Magno un martire tebeo per compiacere il duca Carlo Emanuele 1° di Savoia che voleva infiammare alle armi il Piemonte, militarizzando tutti i nostri Santi.
La tesi è ora rigettata dagli storici più qualificati, perché basata unicamente sulla leggendaria Legione Tebea. Mons. A. M, Riberi, insigne storico nostro, nel 1932 propendeva per una seconda ipotesi; presentava San Magno come martire locale, forse compagno di San Dalmazzo, martirizzato a Borgo San Dalmazzo, del quale aveva illustrato la vita in un bel volume pubblicato a Torino nel 1929 dalla Biblioteca della Società Storica Subalpina.
L'ipotesi era fondata su tre argomenti: il fatto che la liturgia aveva sempre parlato di San Magno come di un martire; che il culto al Santo molto esteso nelle parrocchie doveva essere pure molto antico; infine che doveva riferirsi ad un santo locale di Castelmagno.
Ma qui l'argomentazione dello studioso era piuttosto debole, perché, come vedremo, il culto di San Magno non è originano di Castelmagno, ma vi è giunto tardi, al principio del Quattrocento, anche se poi, col passare degli anni, proprio in Castelmagno, con la Cappella Allamandi e la Cappella Vecchia affrescata dal Botoneri, ha assunto il ruolo di centro propulsore.
Rimane dunque come probabile e più valida l'ipotesi fatta dal conte Carlo Lovera di Castiglione, che fin dal 1933 sostenne essere il nostro San Magno non altro che il San Magno di Fùs-sen, apostolo dell'Allgàu (Baviera), il cui culto sarebbe stato diffuso dai monaci benedettini.
La tesi sembra anche più sostenibile dopo lo studio critico che il benedettino D. Spahr ha fatto sulla vita, leggende e venerazione di San Magno dell'Allgàu nel 1970.
Sac. Maurizio Ristorto
Carro agricolo portato in processione a Caraglio
fotografia di Mauro Rosso
Carro di Caraglio, vista anteriore
fotografia di Mauro Rosso
Carro di Caraglio, particolare
fotografia di Mauro Rosso
Sonetto di San Magno anno 1970
Sonetto di San Magno anno 2005
Sonetto di San Magno anno 2009
Sonetto di San Magno anno 2011
Carro agricolo portato in processione a Roccavione
Carro di Roccavione in processione
Sonetto di San Magno a Festiona