Notou sounadour: un personaggio

Interessante a livello locale la storia di Notou sounadour (Giuseppe Vallauri, 1896-1984) di Robilante, suonatore, ma soprattutto costruttore, riparatore ed accordatore di semitoun e fisarmoniche cromatiche a bottoni.

Notou

Uomo con particolari abilità pratiche e forte capacità e volontà di imparare, utilizzò le sue doti in vari campi: oltre al contadino, sapeva all'occorrenza essere un ottimo calzolaio, falegname, muratore, piastrellista …

Leggendario era il suo orecchio musicale, in grado di percepire differenze tonali minime e di classificare qualsiasi suono con la nota corrispondente: il fischio di una sirena, un canto di uccello, il clacson di un'automobile erano immediatamente identificati con una nota del pentagramma.

Iniziò a costruire completamente a mano le fisarmoniche, facendo da sé addirittura le ance che ritagliava da pezzi di acciaio e limava con pazienza certosina fino a raggiungere il suono voluto.
Anche le soniere erano fatte a mano, ritagliando con un delicato lavoro di traforo tutte le sedi sulle quali applicare le piastrine, fissate ognuna con tre chiodini. Inizialmente anche la costruzione delle casse e della meccanica era fatta in casa: legno di faggio massello locale per le prime e fili di ferro curvati ed adattati uno ad uno per i movimenti dei bottoni.

Molte sue conoscenze sulle tecniche di costruzione erano state acquisite in frequenti viaggi a Vercelli, dove sovente si soffermava giorni e giorni presso una ditta costruttrice di fisarmoniche a lavorare e ad imparare i segreti del mestiere. Ancora oggi Notou è ricordato da costruttori e riparatori di Vercelli come personaggio di grandi doti.

Fisarmoniche da lui costruite si trovano nella vicina Provenza, dove Notou si recava sovente, per lunghi periodi in inverno, a riparare ed accordare semitoun e fisarmoniche. Alcune fisarmoniche "Vallauri" suonano tutt'oggi nei fëstin della Val Vermenagna e parecchie sono le famiglie, soprattutto a Robilante, che ne possiedono una.


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soniera incerata
soniera incerata



soniera inchiodata
soniera inchiodata

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piastrina
voce composta da una piastrina sulla quale sono applicate ancia e pelletta


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fisarmonica


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fisarmonica


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Notu Sunadur

da "Il Desviarin", circolare interna del gruppo giovanile: Anno III, n° 1, Robilante, 4 febbraio 1973

(Nota: nella presente trascrizone si è mantenuta la grafia usata dagli autori)

Se si chiede di Vallauri Giuseppe chi deve rispondere rimane un po' perplesso perchè ce n'è più d'uno in paese, ma se si dice"Notu Sunadu" allora tutti i Robilantesi, esclusi forse i giovanissimi, sanno chi è.

Si presenta come uno dei tanti anziani, supera già da un pezzo i 70, che non fanno né fuoco, né fiamme, ma comunque abbastanza arzillo da camminare senza bastone e fare il suo lavoro. E' poi di una memoria sorprendente, così che è un vero piacere trovarsi a discorrere con lui. Ha da sempre lavorato come contadino e fin qui nulla di strano, se non che fu una mente aperta al progresso, non trascurando mai di procurarsi gli attrezzi utili per il lavoro dei campi, tra i primi nella zona delle Cialancie. L'attività che lo ha reso noto era un passatempo per l'inverno, da farsi solo dopo aver dato la precedenza a tutti gli altri lavori.

Soltanto in un secondo tempo, quando i figli gli furono di valido aiuto e far l'agricoltore cominciava a essere un po' pesante, si dedicò maggiormente a questo, permettendosi il "lusso" di abitare durante l'inverno in una casetta del paese. Per chi non sapesse ancora qual è questo passatempo - lavoro, diremo che non solo è un "sunadu", questo era per i giorni di festa, ma ripara e costruisce fisarmoniche (ne ha fatte ben 18), E' però da dire che in questi ultimi due anni ha diminuito molto la sua attività. Un tempo gli arrivavano fisarmoniche un po' da ogni parte, ora si limita ad aggiustare quelle del paese.

Risale a soli due anni fa il completamento del suo recente capolavoro che è un gioiello per il modo in cui è ben lavorato al di fuori ed è un piacere sentirne la "vus pe mac sclanta" (suono assai squillante, traducendo come si può in italiano).

Parla volentieri di come sono fatte e di come si fanno le fisarmoniche, rendendo l'idea anche a chi se ne intende poco o niente.

Il discorso però non va a finire sulla sua vita come un racconto: nato … cresciuto … iniziata l'attività …, parla invece di fatti avvenuti 40 come di altri risalenti a 15 anni fa, come porta il senso del discorso. E' il protagonista, assieme ad altri suonatori, di fatti che vanno dal comico fin anche al tragico, a motivo di leggi e carabinieri.

Ricorda la volta in cui, avendo solo i permesso di suonatore ambulante, non potè suonare in posto fisso come si fa di solito ai "festin", ma dovette spostarsi continuamente, controllato dalle guardie.

Un'altra volta le leggi applicate con il massimo rigore contro chi fa festa, gli fecero pagare una multa. Per fortuna c'è anche il ricordo di qualche altro carabiniere che, rendendosi meglio conto del desiderio delle allegre compagnie, sa non solo tollerare l'allegria, ma anche pagare una bottiglia ai suonatori.

Parla di come è mutata la vita da 20-40 anni fa. Allora si faceva molta festa qui in paese, venivano anche da fuori, si ballava nelle osterie fino a tardi senza che alcuno brontolasse.

Ora si deve andare a vernante, e lo sanno bene i suonatori più giovani, perchè qua arrivano spesso i gendarmi.

Ed è così che vengono fuori pian piano i lati sconosciuti della vita dei suonatori, sia di un tempo che di oggi, ma ancora poco ne sappiamo di lui. Mentre si ricorda bene fatti e date, pare si sia dimenticato di tutti quelli che hanno imparato a suonare da lui, di quante possano essere le fisarmoniche che portano scritto sopra "Vallauri".

Eppure sia dei primi che delle seconde meriterebbe fare il conto!

Lo lasciamo certi di non aver dati sufficienti per tracciarne una biografia, ma anche sicuri che scrittori come Revelli o Sagredo saprebbero, dopo alcuni di questi colloqui, scrivere un libro, e interessante.

Eliano e Giovanni

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