Jòrs de 'Snive: scultore contadino

Giorgio Bertaina, meglio conosciuto in valle Vermenagna con lo pseudonimo di Jòrs de 'Snive, nacque il 24 aprile 1902 e trascorse tutta la vita nella frazione montana di Snive, in un soleggiato versante posto a 1200 metri di quota, sotto la conca prativa delle Piagge, nel vallone Agnelli di Robilante.

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A Snive Jòrs condusse una vita da contadino e quando poteva scolpiva. E nella scultura si trova la particolarità che lo rende unico.

Sicuramente dotato di un'intelligenza viva e creativa, scolpì, prevalentemente con il coltello, al pascolo o nei giorni d'inverno, bastoni e gruppi scultorei, come si possono ammirare nelle foto.

Jòrs de 'Snive scolpiva il suo mondo nel legno, un mondo fatto di animali domestici e selvatici, di ballerini e di suonatori di musiche tradizionali, courente e balet, balli tipici e caratterizzanti la Valle Vermenagna.

Delle sue opere, certamente centinaia, forse migliaia, rimangono un centinaio di sculture custodite presso molte famiglie della Valle Vermenagna e dintorni.
Infatti altra particolarità di Jòrs de 'Snive fu quella di donare le sue opere scultoree: fossero bastoni scolpiti con scene di vita, ora allegre ora tristi, oppure coppie di sposi al momento delle nozze, oppure ancora gruppi famigliari, Jòrs regalava i suoi lavori.

Certamente era per lui un modo di comunicare, con il dono, il suo affetto, la sua attenzione per la persona ricevente.

A noi rimangono tracce di storie, emozioni, uno spaccato della vita contadina del secolo scorso in vallata, prima e durante il "grande esodo" dalla montagna.

Ora lassù, a Snive, rimangono pietre e ricordi, lamiere arrugginite e travi anneriti dal fumo e dal tempo.

Rimane inoltre, ed è tanto, la traccia di Jòrs e noi riteniamo che "chi lascia una traccia non muore per davvero". Benché, per la cronaca, Jòrs de 'Snive morì a Robilante il 26 settembre 1976.

• alcune opere

• negli anni '70

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Un artista a Snive

da "Il Desviarin", circolare interna del gruppo giovanile: Anno II, n° 7, Robilante, 1° ottobre 1972

Giors Ciot: la maggior parte dei Robilantesi lo conoscere di certo; per chi invece non lo conoscesse ancora basti pensare ad un uomo sulla settantina che trascorre buona parte del suo tempo andando al pascolo o dedicandosi alla vita propria di un montanaro, oppure, cosa rara per un uomo privo di istruzione, scolpire oggetti, da lui stesso progettati e realizzati.

Per sapere appunto qualcosa di più su questo suo hobbi, domenica 10 settembre tre membri della redazione sono saliti fin su a Snive. Giors Ciot era con le sue mucche al pascolo, ma appena ha saputo che era venuta gente a trovarlo, con agilità alquanto sorprendente per un settantenne, affrontò velocemente la ripida discesa. Ci accompagnò in un vecchio casolare trasformato in piccolo laboratorio dove si possono ammirare esposti i suoi preziosi capolavori. Quello che forse ci ha colpiti maggiormente è stata una canna che di per se stessa già costituisce una storia. Le figure scolpite sono un suonatore di fisarmonica e uno di clarinetto, un orologio, una ostessa e due gendarmi. Vedendo questa successione di figure si potrebbe pensare ad una cosa astratta, senza significato, però se uno ci ragiona un po' sopra, può trarre delle conclusioni: ossia i due suonatori ritratti in atteggiamento di riposo, non hanno potuto continuare a suonare, poiché essendo l'ora piuttosto tarda su ordine dei gendarmi l'ostessa deve chiudere i battenti. E questo tema dell'ostessa e dei gendarmi ricorre piuttosto spesso nelle composizioni dell'artista.

Ci sono poi, sempre scolpite a mano su legno di buis alcuni nuclei familiari, ad esempio: la famiglia Vallauri del Tetto Bernardo, la famiglia Macario del Tetto Pettavino, la Famiglia del Segretario, Cescu et Polita di San Rocco, la Famiglia Bocus di Vernante e molti altri tra cui spicca Aldo l'elettricista e la sua futura moglie. Vi è poi un bel quadretto a proposito di matrimonio di Caterina di Rescas che ha "comprato la crava" a sua sorella Francesca. Questo fatto è così scolpito: un uomo e una donna davanti all'altare e dietro di loro un uomo che sta trascinando via una capra.

Cambiando argomento, un altro bellissimo esemplare della sua gamma di sculture è una mucca ricavata da un pezzo unico di legno, quindi immaginatevi, cari lettori, il lavoro che il povero Giors Ciot avrà dovuto sobbarcarsi per far emergere dal piedestallo le gambe della mucca. Inoltre la mucca porta al collo una "caneula" interamente scolpita.

A proposito appunto di "caneula" Giors Ciot è un vero artista. Ve ne sono di tutti i gusti e tutte le misure, con rappresentazioni diverse, ma pur sempre magnifiche. A confermare queste parole basti ricordare che una distinta signora di Roma, avuto eco della. fama del nostro bravo artigiano ne ha ordinata una per poi farne una lampada all'entrata della sua villa.

Abbiamo potuto osservare poi un bellissimo esemplare di uccello, vecchio di 31 anni (1941) ricavato da una canna anch'essa già antichissima. Bene, noi abbiamo cercato di darvi un'idea di quello che si può ammirare nel piccolo laboratorio di Giors Ciot- speriamo di esserci riusciti ma riconosciamo che una descrizione così puramente teorica non è assolutamente in grado di rappresentare questi capolavori di artigianato locale in tutta la loro bellezza.

E con questo concludiamo ringraziando nello stesso tempo Giors Ciot per l'intervista generosamente concessaci.

PAOLA, NANDO, MIRELLA

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