Percorsi

* Il comune di Robilante, in collaborazione con Pro Loco, commercianti, esercenti ed artigiani, aveva un tempo realizzato alcune schede descrittive e mappe su percorsi ciclabili sia sulla sinistra che sulla destra orografica del Vermenagna.
Ne riproponiamo i testi: cenni sul paese; musica, balli e cultura del legno; percorso versante Cialancie; percorso versante Malandré.

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A circa 650 mt. s.l.m. al centro della Valle Vermenagna in Provincia di Cuneo è situato Robilante. L'etimologia del nome non è del tutto chiara ma verosimilmente potrebbe derivare dal latino "robur" che significa Quercia o anche Forza. Il motto che sta scritto sotto una antica pittura del gonfalone: "Fortunae Robur antecellit" (La Forza sovrasta la Fortuna) a ben vedere si adatta moltissimo a Robilante i cui abitanti, sino a non molti anni fa, erano costretti ad emigrare per procurarsi di che vivere. Quindi di fortuna poca ma di forza sicuramente da vendere. E Robilante, forse memore delle antiche "tribolazioni", sa ben sfruttare i momenti di festa con il suo folklore che occupa uno dei primi posti nelle tradizioni della sua gente. Senza tema di smentita si può affermare che in quasi tutte le famiglie Robilantesi si trova un suonatore di fisarmoniche o di clarini. Ma Robilante merita una visita non solo per i canti e per i balli dei suoi numerosi "festin"!

Non si può segnalare la presenza di monumenti storici ed architettonici di grande rilievo, tuttavia la Chiesa Parrocchiale dedicata a S.Donato, patrono del paese, merita una visita attenta. Risalente a fine 1600 ha il pregio, oltre alle indovinate proporzioni, di essere completamente affrescata. Tali affreschi risalenti a fine 800 sono stati di recente completamente restaurati con un'opera paziente di pulizia e ripristino che ha donato luminosità alle navate interne. In una di queste è conservato un Crocifisso ligneo del 1500. La torre campanaria, posta a fianco della Parrocchiale, sorge sulla torre di guardia dell'antico presidio militare romano. Oggi si presenta quasi come una fortezza, tanto è massiccia. Inizialmente era una snella torre romanica in pietra alleggerita da bellissime bifore. Intorno al 1600 per poter innalzare i quadranti delle ore e posizionare altre campane si è avuta l'infelice idea di fasciarla perimetralmente con uno spesso muro di pietre. E così il massiccio campanile che ora vediamo nasconde nel suo grembo l'antica torre romanica. Sotto un passo carraio della vicina Via Emina si trova l'opera d'arte più antica di Robilante. Si tratta di una terracotta risalente alla seconda metà del secolo sedicesimo su cui è affrescata con finezza la Madonna con il Bambino.

In posizione dominante rispetto al paese sorge la Cappella dedicata a S. Anna la cui unica navata è affrescata con le scene della vita della Compatrona di Robilante. Prima del 1740 la stessa era dedicata a S.Bernardo e tutt'oggi conserva alcuni dipinti della vita del santo. Il luogo è facilmente raggiungibile con pochi minuti di cammino per usufruire delle attrezzature per il picnic e godere di una vista privilegiata sul paese.

Per chi ama le passeggiate e le escursioni rilassanti, è sufficiente uscire dal paese a sinistra o a destra della Piazza principale per entrare quasi immediatamente nel verdi dei boschi. Sulla destra del Vermenagna si apre la zona del Malandré, sulla sinistra la zona delle Cialancie. La zona delle Cialancie più aspra, la zona del Malandré più solatia. Varrà la pena in Cialancia, dopo essersi fermati al fresco della fontana delle Balme, riprendere il cammino verso il Tetto Fantino e poi raggiungere "Le Piagge" sul cui pianoro, con lo sfondo delle Alpi, sorge la ottocentesca Cappella dedicata alla Madonna del laghetto. Se si vuole salire al Malandré, giunti alla Chiesa, si è completamente immersi nei castagneti. Su questo versante, a piedi o in bicicletta, si potranno raggiungere "ì Piloni" (del Moro, della Battaglia, della Bercia... per citarne alcuni). Sono numerosi ed ognuno ricorda un fatto storico o, semplicemente, è sorto per la devozione della gente. Volendo ti accompagneranno per cresta offrendo terrazze affacciate sulla pianura Cuneese. Il visitatore attento potrà scoprire in gran parte delle frazioni, o "tetti", molte pitture naif rappresentanti alcuni fra gli esempi più belli di "arte povera".

I pieghevoli che troverete all'interno vi aiuteranno a scoprire, a seconda delle vostre aspirazioni, quanto Robilante vi può offrire. Per noi sarà una gioia e un onore se lo porterete nelle vostre case e vorrete ritornare.

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Musica, balli e cultura del legno

Ogni paese ha la sua storia, le sue tradizioni, la sua cultura. Nei piccoli paesi ogni singola persona di spirito attivo può essere protagonista di episodi emblematici di storia locale.

Robilante è un piccolo paese, con alle spalle importanti tradizioni. La musica, i balli e il legno scolpito sono le tracce di un passato che ci permette di guardare al futuro da solide basi. Nei racconti degli anziani c'è sempre almeno un fondo di verità: è così anche quando si narra come un tempo ogni famiglia del paese avesse almeno un suonatore dilettante e la cosiddetta "Via dei Suonatori" è lì a ricordarcelo. Fisarmoniche e clarini erano sempre presenti durante le feste improvvisate nelle numerose osterie del paese, così come nelle veglie invernali delle stalle o durante le feste popolari estive (festin), ancora oggi così vive nella nostra vallata.

La gente ricorda, uno fra i tanti, la figura emblematica di Giuseppe Vallauri (1896 - 1984), NòTOU SOUNADOUR nel ricordo popolare.

Abile fisarmonicista autodidatta, Nòtou non si limitava a suonare, ma costruiva e riparava gli strumenti con cui s'esibiva. Se il canto popolare da osteria era soprattutto una "questione fra uomini", era il ballo il terreno per una fattiva parità fra i sessi.

Coppie improvvisate di ballerini hanno danzato e danzano tuttora al ritmo della Courenta e del Balet, i due balli popolari tipici riproposti di continuo in numerose varianti musicali. Tra coloro che ripropongono questi balli antichi segnaliamo il gruppo de " I BALARIN DI BARME ", composto da giovani locali.

Non solo la fisarmonica, nella sua versione cromatica oppure diatonica che nella parlata locale è detta SEMITOUN e il clarino hanno imperversato nel paese (...e continuano tuttora) e nelle vicine frazioni, ma si suonava uno strumento altrettanto nobile e ora in disuso nella musica popolare locale: il violino. Qualcuno, i più vecchi, ricordano ancora la figura certamente originale di Antonio Galfrè TOUNIN 'D MIQUEL (1862 - 1950), nativo del vallone di Agnelli; abile contastorie, portava ai lobi due orecchini d'oro e non per civetteria: era usanza così, proteggeva la vista.

Aveva due figlie in età da marito e la sera la stalla ospitava sovente giovani aspiranti. Tra una storia e uno scherzo c'era sempre chi diceva, rigorosamente nella parlata locale - Dai Tounin, suonane una! - Tounin tentennava, fingeva distacco, la gente insisteva e infine il violino da lui costruito suonava con gioia.

In anni diversi, nella frazione di Snive visse e lavorò un altro personaggio interessante: Giorgio Bertaina (1902 - 1976), semplicemente GIORS D' SNIVE per la gente. Era un contadino come tanti allora e nei ritagli di tempo, soprattutto d'inverno, coltivò una passione preziosa: intagliare il legno. Giors ci ha così tramandato il suo mondo scolpito: coppie di sposi in festa, animali e momenti di vita ora allegri ora tristi. L'espressione più alta dell'arte di Giors sono però i bastoni intarsiati: ogni opera è una storia e varie scene si succedono come in un libro, stampato sul legno. La foto di apertura della scheda è un'opera scultorea sua, estrema sintesi di una passata civiltà contadina che ha sempre saputo ritagliarsi momenti di gioia nella dura vita di tutti i giorni.

Ora Robilante, cresciuto e cambiato, vuole offrire al visitatore attento la possibilità di scoprire quel mondo passato, per vivere meglio insieme il futuro.


Per i termini in parlata locale si è utilizzata la grafia dell'Atlante Toponomastico del Piemonte Montano:

 º vocalia, o, i = come in italiano
 ou = come u italiana
 u = u piemontese (come tu in francese)
 ë= e muta (come le in francese)
 º consonantich = c italiana (come ciao)
 qu (+i, e, é) = chi, che in italiano
 J (+a, o, ou, u) = Giacomo
 gu (+i, e, è) = ghi, ghe in italiano
 nh = gn in italiano (come gnomo)

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COMUNE DI ROBILANTE
strade, piste e sentieri
Versante CIALANCIE
(sinistra orografica)

Pedalate nervose

Il versante delle Cialancie, ai piedi del quale è situato il paese, si mostra impervio ed ombroso, ricco di rilievi rocciosi ed asperità. Le strade ed i sentieri che ne percorrono i crinali non possono che assomigliare a tale morfologia proponendo ad un ciclista esperto numerosi spunti di divertimento.

Dal centro abitato (m 686 s.l.m.) si percorre la strada statale in direzione Roccavione per circa 500 metri dove, oltrepassato il distributore, si imbocca una sterrata sulla sinistra. Con una pendenza dolce si giunge al tetto Giordanengo (m 740; Km 1.19 da Robilante; fontana). Dalla corte centrale si devia a sinistra percorrendo la asfaltata che taglia in falsopiano verso la Cappella di S. Anna ricongiungendosi alla strada che dal paese sale alla stessa. A questo bivio si continua a salire svoltando a destra e percorrendo i due tornanti soprastanti. Giunti in cima alla salita si svolta a sinistra sulla sterrata che sale costeggiando il prato (trascurare l'accesso alla vicina abitazione). Già da queste prime pedalate il percorso in Cialancia dimostrerà il suo carattere portandovi rapidamente in quota. Si giunge così al Bivio 4 vie (m 820; Km 2.14) al quale si continua a salire mantenendo la sinistra per portarsi sul versante opposto del crinale. Da questo punto la strada non presenta più bivi rilevanti fino al tetto Angelo Custode preannunciato da uno spiazzo con un pilone votivo che si affaccia sul vallone Cialancie. Si trascura la strada che sale verso il centro del Teit dl'Angel Coustode per costeggiarlo a valle imboccando sulla sinistra la carrareccia in piano (m 990; Km 3.54). Attraversato il prato si riprende a salire verso tetto Centin (n 1020; Km 4.07; fontana) e, costeggiatolo a monte, ci si inoltra nel faggete percorrendo un sentiero molto tecnico sia nel tratto in salita che in quello di discesa. Si scende quindi a tetto Firens (m 1000; Km 5.07; fontana). Pochi metri oltre, si imbocca sulla destra un sentiero pianeggiante nel primo tratto ma molto ripido, più avanti, nella discesa su un ruscello. Si raggiunge, così, il Teit Maigre(m 985; Km 5.65; fontana). Uscendo dal gruppo dì case sì tralascia la diramazione che si inerpica sulla destra e si continua a salire verso il crinale. Usciti dal castagneto si inizia la discesa su Teit Mirela (quasi completamente ricoperto dalla vegetazione) dove si imbocca il sentiero sulla destra che conduce a Teit Lesibel (m 995; Km 6.00). Attraversato l'abitato, si mantiene la medesima direzione lungo la strada pianeggiante che taglia il prato verso due case più avanti, per poi scendere di alcuni metri ed immettersi sulla strada che sale verso tetto Rescasso. A tale bivio si riprende a salire fino alla frazione sopraccitata dove, in prossimità di un pilone votivo (m 1030; Km 7.00) sì imbocca la discesa sulla sinistra. Dopo due tornanti si potrà vedere sulla destra un vecchio portico. Costeggiandolo a monte si percorre un ampio sentiero che conduce al tetto Violetta (m 980; Km 8.20; fontana). Dì qui si prosegue lungo il sentiero facendo attenzione in prossimità delle varie diramazioni alle tracce di percorso. Mettendo a dura prova le vostre doti di orientamento "dovreste" giungere a la Choma o tetto Cioma (m 915; Km 9.20). Di qui si scende lungo la carreggiabile (trascurare deviazione sulla destra lungo la discesa) fino ad incontrare, e quindi percorrere, la strada asfaltata che Sale verso tetto Morion (Teit Mourioun) (m 760; Km 10.16; fontana). Dal cortile centrale del tetto si imbocca, sulla sinistra, una salita breve ma nervosa che, dopo circa 600 metri, si innesta in un crocicchio di strade e sentieri. E' terminata l'ultima fatica dato che da qui si scende sulla destra fino alla Cascina (m 715; Km 11.70) per rientrare sulla strada asfaltata che riconduce in paese (Km tot. 13.26).

Il percorso è segnalato con pallini di colore giallo.

N.B. Per maggiori notizie storico-culturali ed eventuali varianti al percorso si consiglia la lettura della guida CENTOSENTIERI "LA VALLE VERMENAGNA E L'ALTA VALLE ROYA" di P. e G. BOGGIA edizioni L'ARCIERE pagg. 47/62

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COMUNE DI ROBILANTE
strade, piste e sentieri
Versante MALANDRE'
(destra orografica)

Castagneti ed amabili radure

Ou Malandrèe, nonostante il nome che evoca oscuri pensieri, è un versante molto piacevole del territorio comunale robilantese. Godendo di una esposizione molto soleggiata, propone, con le sue dolci pendici, percorsi ciclabili adatti alle varie esigenze del ciclista. Senza perdere il carattere montano, i numerosi sentieri e strade serpeggiano in cresta e nei valloni offrendo scorci panoramici di grande suggestione.

Partendo dal centro abitato (m 686 s.l.m.) si imbocca via Emina (direzione Nord-Est) per attraversare la linea ferroviaria Cuneo - Nizza e successivamente il torrente Vermenagna. La strada raggiunge quindi la cappella di S. Margherita (m 680 s.l.m.; Km 0,81 da Robilante) situata all'imbocco della conca del Malandrè. Seguendo la strada asfaltata in direzione Colletto del Moro, si lascia a sinistra la chiesetta e sì inizia la salita verso levante. Si costeggiano i tetti Lamant e Micoulin per poi attraversare il rio e, dopo una doppia curva ad esse, si continua a salire lungo la strada asfaltata sul versante opposto del vallone. Si percorre quindi un primo tornante e, inoltrandosi nel castagneto, si passa a monte di teit Bepdin Soutan o Meni Gheta dove, in prossimità di una seconda curva a gomito (m 865; Km 3.25), si imbocca la strada sterrata in direzione Colletto Ramonda. Appena terminato lo strappo di salita che immette sul pianoro del colletto stesso (m 910; Km 3.95), si svolta a destra lungo una strada che percorre la dorsale spartiacque tra le valli Vermenagna e Colla. Si giunge così al Colletto del Moro ed all'omonimo pilone votivo (m 950; Km 4,95). Il medesimo Colletto del Moro sì può raggiungere seguendo la strada asfaltata senza considerare la deviazione verso il Colletto Ramonda. Mantenendo la medesima direzione, si percorre la strada asfaltata per circa quattrocento metri e si raggiunge la cappella del Malandrè (m 960; Km 5.29). Si imbocca quindi la Strada Forestale Malandrè, trascurando la deviazione che si abbassa a destra, e si sale verso un gruppo di case poco distante (fontana) in direzione Est per compiere successivamente un ampia tornata dell'intero vallone. Oltrepassando la cresta che da Bec dar Corn scende verso il paese cambia completamente panorama: la stupenda vista che nei giorni più tersi si ha sulla pianura di Cuneo fino alle Alpi del Viso si ridimensiona ma non perde di intensità. Da questo punto privilegiato si possono osservare le più alte cime della valle Vermenagna verso Sud.

Verso ponente il massiccio dell'Argentera fa capolino oltre la cresta delle Cialancie. Si giunge quindi al tetto Luchinet (teit Liquìnèt) (m 1050; Km 7.61; fontana) e si prosegue sulla strada che in falsopiano lo costeggia a valle per poi riprendere a salire con una breve erta verso teit Belom e tetto Basso (teit di Bas) (m 1070; Km 8.35).

Una breve discesa e qualche strappo da superare in agilità e si raggiunge il tetto Brocia al termine della Strada Forestale (m 1095; Km 9.36). Pochi metri prima di entrare nel tetto si imbocca sulla destra una ripida discesa dal fondo sconnesso la quale, inoltrandosi nel bosco, in breve raggiunge tetto Pettavin Soprano. Alcuni metri prima dell'ampio prato sottostante bisogna imboccare un sentiero sulla destra che, in prossimità dì un tornante, taglia in piano verso il tetto sopraccitato lambendolo a monte (m 970; Km 10.38). Si percorre una breve salita e costeggiato il prato ci si inoltra ancora nel bosco con un ampio sentiero a pendenza variabile. La stradina attraversa alcune radure e dopo aver oltrepassato un ruscello con una brusca curva si unisce ad una sterrata un po' più ampia alcuni metri sotto al teit Malisia (fontana). Si inizia così una discesa molto divertente fino al tetto Cioma dove in corrispondenza dì un bivio (m 885; Km 11.61) si svolta a destra per raggiungere il fondo-valle e rientrare in paese (Km tot. 14.15).

Il percorso è segnalato con pallini di colore giallo.

N.B. Per maggiori notizie storico-culturali ed eventuali varianti al percorso si consiglia la lettura della guida CENTOSENTIERI "LA VALLE VERMENAGNA E L'ALTA VALLE ROYA" di P. e G. BOGGIA edizioni L'ARCIERE pagg. 47/62

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