Il canto: annotazioni
 
Canzoni in italiano conosciute a Robilante
Baldo alpino
La barbiera    +
La bella giardiniera
La bionda di Chiappera
Bruno
Il cacciatore del bosco
Cara Adele
Cara Emma
Contrabbandieri
Dormi mia bella    +
Ero povero disertore
Eugenio
Gentili Armando
Giulio Bindi
Mamma mia io voglio Cesare
Il mio primo amore è un bersagliere
Stamattina mi sono alzata    +
La strada del bosco    +
Alle undici di sera
L' ultimo giorno di carnevale
Il ventinove luglio
Voglio andare sul Montezemolo
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Il canto: annotazioni

Il canto è sempre stato molto diffuso nei nostri paesi. Accompagnava gran parte della giornata ed era eseguito sia da uomini che da donne.
L'osteria è in genere considerato il luogo per eccellenza in cui si cantava. Sicuramente nei giorni festivi in ogni osteria c'erano gruppi di persone che cantavano, dal mattino fino a tardi. Sarebbe però riduttivo considerare che si cantasse solamente all'osteria e nelle feste.
Uomini e donne cantavano eseguendo i lavori agricoli meno faticosi, quali la sarchiatura, lo sminuzzare la legna o la raccolta delle castagne. Le donne cantavano durante l'esecuzione dei lavori domestici e canticchiavano cullando i bambini per addormentarli. Si cantava durante i percorsi dalle case ai campi oppure andando e tornando dal capoluogo. Si cantava nelle veglie ed al mattino appena svegliati.
Si cantava alle funzioni religiose, in particolare al vespro domenicale. In questo caso erano soprattutto gli uomini più intonati e dalla voce possente che si ritrovavano nell'abside della chiesa (localmente detta " coro").
Non tutti erano intonati. Coloro che non lo erano cantavano con voce sommessa ed evitando di "andare da primi", cioè di eseguire il canto in una tonalità elevata e, in alcuni passaggi, da solisti.
Nei momenti di festa, il canto era una delle principali attrattive, assieme al ballo. Per il ballo occorrevano alcune cose: strumenti musicali, in genere almeno una fisarmonica, uno spazio pianeggiante o comunque non troppo in pendenza e la presenza di ragazze o di donne. Per il canto gli unici requisiti erano già insiti nelle persone che si accingevano ad eseguirlo: un minimo di intonazione e la conoscenza di testi e melodie.
Le parole dei canti venivano apprese quotidianamente dalla voce di coloro che cantavano. Nuove canzoni venivano imparate andando in altri paesi per commercio o per lavoro.
I testi erano sia nella parlata locale, spesso con termini piemontesi, che in italiano. E' curioso notare come numerose canzoni erano un miscuglio di frasi, spesso di singole parole, italiane e locali.
Le canzoni in italiano avevano in genere maggior varietà melodica ed erano preferite da coloro che meglio riuscivano a padroneggiare la propria voce.
Alcune di queste erano composte da numerose strofe descrittive di avvenimenti di cronaca, che non ci è dato di sapere se reali o romanzati.
Qui, le canzoni sono state raccolte in due gruppi: il presente con testi italiani ed un'altro con testi nella parlata locale o in piemontese.

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La barbiera
Baldo alpino cosa rimiri
ed io rimiro la figlia tua
l'è la più bella della città.
La mia figlia l'è giovane e bella
al baldo alpino non gliela dò
e in camerella la chiuderò.
In camerella chiudetela pure
ma un giuramento mi devi far
di star sei mesi senza baciar.
Mamma mia che mal giuramento
aver l'amante così vicin
e star sei mesi senza un bacin.

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La barbiera
A Torino c'è una barbiera
che fa la barba ai viaggiator.
Buondì buon giorno bella barbiera
vorresti farmi la barba a me.
La vostra barba io la farìa
ma l'èi paüra del mio marì.
Il mio marito l'è andato in Francia
con la speranza di presto tornar.
O che ritorni che non ritorni
la vostra barba la voglio tagliar.
La vostra barba l'è tanto lunga
l'è riccia e bionda mi fa innamorar.
E mentre l'acqua si riscaldava
bella barbiera mulava il rasor.
Mentre faceva l'insaponata
bella barbiera cambiava i color.

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Per un confronto, ecco il testo della stessa canzone tratto dal "Canzoniere Occitano", a cura del dott. Renato Gardinali, quaderno n. 17, settembre 1976, dell'Amministrazione della Provincia di Cuneo.

La barbiera francese
A Tôrin j'é 'na bela barbiera
che fa la barba aj viaggiatôr.
O bôndì, la mia bella barbiera
vorresti farmi la barba a me.
Ben volentieri mi v'la farìa,
ma l'éi paûra 'd me marì.
Il tuo marito è andato in Francia
con la speranza di presto tornar.
Che ritorni o non ritorni
la vostra barba la voglio tagliar.
E mentre l'acqua si riscaldava
bella barbiera môlava 'l razôor.
La vostra barba l'é tanto bela
l'é riccia e bionda mi fa innamorar.
Mentre disìa 'ste paroline,
il suo marito s'nariva lì.
- Oh! stà pur zitto , marito mio
che io ti dico la verità.
Ero nel letto che io dormivo
e sotto il letto l'avìa 'd'n frà.
Ca l'avìa la barba lunga
ma 'l côrdôn l'era bin tirà.

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La bella giardiniera
La bella giardiniera
tradita nell'amor
la gira per la riviera
cercando il traditor.
Lo cerca e non lo trova
chissà dove sarà
o Dio se posso trovarlo
mi voglio vendicar.
Mi voglio vendicare
come le onde del mar
son figlia di un pescatore
son nata in mezzo al mar.
E voi care sorelle
non fate come me
che son rimasta sola
sugli anni ventitré.
La rosa appassita
nessun la coglierà
la donna se tradita
nessun la sposerà.

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La bionda di Chiappera
E la bionda di Chiappera
va sui campi a lavorar
e mentre il sole brucia e scalda
lei sotto l'ombra lei se ne stà.
E di lì passa la truppa
e la truppa dei soldà
là in mes c'è il mio primo amore
un bel bacino d'amor le dà.
E di lì vien giù la sera
e la bella ritorna a ca'
ritorna a ca' dalla sua mamma
"O mamma mia io son malà".
Se sei malata vai a letto
vai a letto a riposar
che duman matin bonura
dal signor sindaco voglio andar.
E buongiorno signor sindaco
io son qui per una ragion
l'han bacià la figlia mia
vorrei avere soddisfazion.
Soddisfazion l'è presto daita
se l'eve 't fìe tenele a ca'
l'é di non lasciarle sole
fare l'amore con i soldà.
Che i soldà son brava gente
ma ci son dei mascalzon
lor prometton di sposarle
poi le lasciano in abbandon.
Pagherìa sincsent lire
pagherìa anche un milion
ma la bionda di Chiappera
vorrei baciarla sotto il menton.

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Bruno
Cara mamma scriveva Bruneto
fra tre mesi io torno in congedo
ma felice sarò quando vedo
tutto attorno chi bene mi vuol.
Questa lettera sarà cara e gentile
or che Bruno scriveva a sua madre
cara mamma baciate mio padre
che felice di vedermi sarà.
Così Bruno si imbarcava
cantando la canzon della guerra italiana
ma se l'Italia l'è tanto lontana
tra pochi giorni a casa sarò.
Così Bruno sbarca a Napoli,
poi prende la strada ferrata
che lo porta al suo paesello
dove l'aspettano mamma e papà.
Arrivato al suo paesello
Bruno prende la scorciatoia
che lo porta alla sua casetta
dove l'aspetta la mamma e il papà.
Suo padre l'é pensando a un ladro
che i suoi polli veniva a rubare
e un sol colpo si sente sparare
e Bruno cade gridando così.
Caro padre son tuo figlio Bruno
che in congedo io sono arrivato
ma perché mio papà mi hai sparato
e io non voglio morire così.

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Il cacciatore del bosco
Il cacciatore del bosco
mentre alla caccia andava
incontrò una contadinella
graziosa e bella
e il cacciatore s'innamorò.
La prese per la mano
e la condusse a sedere,
dal gusto dal piacere
dal gran godere
la novellina si addormentò.
Mentre la bella dormiva
il cacciatore vegliava,
pregava quegli uccelletti
che non cantassero
finché la bella potesse dormir.
Quando la bella si sveglia
il cacciatore non c'era:
-Oimé m'hai rotto il velo,
m'hai rotto il velo
cuore crudele tu m'hai tradì-.
-No che non t'ho tradita
non sono un traditore,
son figlio di un signore
di un gran signore
son la delizia del tuo buon cuor-.
-E se la mamma non vuole
noi la farem volere
andrem lontan lontano
lontan lontano
ed alla fine ci sposerem-.
-E se avremo bambini
che cosa ne faremo,
farem dei cacciatori
dei cacciatori
per la delizia del suo papà-.
-E se avremo bambine
che cosa ne faremo,
farem contadinelle
graziose e belle
per la delizia di sua mammà-.

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Cara Adele
Cara Adele ti lascio nel pianto
io parto e vado ai confini
mi raccomando i miei cari bambini
che ben presto li voglio abbracciar.
E l'Adele pensa e ripensa
e vedendo che sola restava
di un'altro amante lei si innamorava
non avendo i vent'anni di età.
E costui l'è di nome Pierino
da molto tempo che lui si stancava
una sera mentre ella aspettava
a cuor tranquillo così gli parlò.
O cara Adele non posso seguitarti
tra due mesi c'è qui il tuo marito
dai tuoi figli sarà avvertito
questo amore che nutri per me.
E l'Adele pensa e ripensa
e alla sera ancora riflette
se questi bimbi io non li avessi
un altro amante lo potrei sempre aver.
Lei prese il pugnale alla mano
si avvicina a quel bianco lettino
è di due anni sto pover bambino
che abbracciando la madre spirò.
E poi entra nell'altra stanzetta
dove era la sua figlioletta
e nel vederla tutta strangoletta
trascinata dal sangue spirò.
Poi prese i due morti bambini
lei poi sotterrar li voleva
li voleva nel fosso buttare
ma alla porta si sente bussare.
E l'Adele va aprire la porta
e col cuore tutto intenerito
nel vedere entrare il marito
che domanda: -I miei figli dov'è-.
-I tuoi figli non sono più in vita
le rispose la crudele assassina
tu non vedi la mia rivoltella
se tu parli uccido anche te-.

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Cara Emma
O come mai mia cara Emma
son già le nove e sei ancora a dormir?
Mi sento male, mal da morire
e non son certa se posso guarir.
Ma se per caso dovessi morire
vi raccomando i miei tre figliolin.
Al più piccino date la zuppa
agli altri due un bel pezzo di pan.
Dopo tre mesi che Emma era morta
di un'altra donna lui si innamorò.
Di una donna bella e crudele
che maltrattava i suoi tre figliolin.
Al più piccino dava le botte
agli altri due usava il baston.
I tre piccini van sulla tomba
dicendo -Mamma ci tocca morir-.
Andate a casa figlioli cari,
la vostra cena sarà preparà.
I tre piccini tornati a casa
di nuovo botte si sono piglià.
A mezzanotte arriva il marito
trova la Emma seduta là in ca'.
O come mai mia cara Emma
tu sei tornata dal mondo di là.
Io son tornata per quella ingrata
che maltrattava i miei tre figliolin.
Vattene pure mia cara Emma
che i tuoi figlioli saran rispettà.

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Contrabbandieri
Eravamo in quattro piemontesi
tutti quattro del medesimo pensiero,
abbiamo messo tutti quattro i cuori assieme
contrabbandieri che noi vogliamo far.
Il primo passo che noi abbiamo fatto
del valore di cinquecento lire,
ma alla finanza noi manderemo a dire
la bricola che noi abbiam portà.
Eravamo là dentro all'osteria
i carabinieri bussavano alla porta
- Per amore, per amore, o per forza,
da questa porta noi dobbiamo entrar -.
Si fa avanti un giovane brigadiere
con in mano un mazzo di catene
ci ha legati tutti quattro, tutti quattro assieme,
contrabbandieri non lo farem mai più.
Si fa avanti una giovane signorina
con in mano un bicchiere di acquavita
- O giovanotti condannati alla vita,
contrabbandieri non fateli mai più -.

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Dormi mia bella
Dormi mia bella, dormi
dormi e fai riposo
quando avrai lo sposo
non dormirai così.
Dormi mia bella dormi
dormi e fai la nanna
quando sarai poi mamma
non dormirai poi più.
Tutti gli amanti passano,
ma tu non passi mai
ti voglio bene assai,
voglio dormir con te.

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Per un confronto, ecco il testo della stessa canzone tratto dal "Canzoniere Occitano", a cura del dott. Renato Gardinali, quaderno n. 17, settembre 1976, dell'Amministrazione della Provincia di Cuneo.

Dormi mia bella
Dormi mia bella, dormi
dormi e fai la nanna
che quando sarai mamma
non dormirai così.
Rit. - La bella s'addormenta
disotto al biancospino
di lì passò un alpino
e se la strinse al cuor.
Tutti gli amanti passano,
e tu non passi mai
ti voglio bene assai,
voglio morir con te.

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Ero povero disertore
Ero povero ed ero disertore
disertavo la mia frontiera
e Ferdinando l'imperatore
lui mi ha perseguità.
Da quel giorno io me ne andai
e monti e valli io scavalcai
finché una sera mi addormentai
e mi svegliai ero legà.
Mani e piedi ero legato
ed in prigione mi han portato
ed il pretore mi ha domandato
e per qual fin sei prigionier.
Io li risposi sinceramente
era una sera ed ero alla frontiera
finché un pensiero mi viene in testa
l'é di non far mai più il soldà.
Ed il pretore mi ha esortato
ed il soldato lo devi fare
ed il soldato lo devi fare
per servir l'imperator.
O cara madre perché sei morta
o caro padre tu vivi ancora
e per vedere tuo figlio alla tortura
e l'è condannà senza ragion.
O ascoltate cari compagni
voi che marciate al suon di tromba
e voi verrete sulla mia tomba
a gridar pietà pietà di me.

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Eugenio
Mentre si festeggiava
la festa di un festino
Eugenio di Teresina si innamorava.
Eran contenti i loro genitor
che Eugenio e Teresina facevano l'amor.
Di otto mesi era la Teresina
ai nove mesi Eugenio l'abbandona
diede alla luce un bimbo e una bambina
parevan rose e fior di primavera.
Ed un espresso subito gli mandò
ed al suo caro Eugenio glielo fece saper.
Eugenio appena lesse ste paroline
gli venne in mente sua un pensier d'oro,
al figlio mio metti nome Gino,
alla bambina nome Giuseppina.
Tienli pur bene, ti giuro fedeltà
se non li puoi allattare la baila ci sarà.
La Teresina fece un sacrificio
mentre Eugenio si innamorò d'un'altra,
si innamorò di un'altra signorina
che ricca era più di due milioni.
Ed a Messina giunti saremo laggiù
io ti farò padrone felice sarai tu.
Poi venne suo cugino da Messina
e tutto raccontò alla Teresina
dicendo: -Eugenio tuo al reggimento
si innamorò di un'altra signorina-.
Coll'abbracciando i suoi due cari figliol
anche per voi è stato, è stato un traditor.
Alla mattina presto la Teresina
prese il pugnale in tasca con dei soldi
dicendo: -Babbo mio vado al lavoro-
e verso la stazione se ne andava.
Prese il diretto a Messina se ne andò
a ritrovar Eugenio che di un'altra si innamorò.
Eugenio appena vide la Teresina
le disse: -Dove vai donna mondana-
Con la sinistra stringe il pugnale in mano
e con la destra lo fissò nel cuore.
M'hai fatta mamma, mamma di due figliol
poi ne sposasti un'altra per diventar signor.
E quando la giustizia mi annunceranno
non mi importa se mi prendo la galera a vita
tutta la gente mi compiangeranno
che lui mi ha fatta mamma, mamma di due figliuol
poi ne sposò un'altra per diventar signor.

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Gentili Armando
Gentili Armando partiva,
poco più di vent'anni compiva
aveva moglie ed un caro bambino
era bello quel caro piccino,
la gran gioia di mamma e papà.
Appena Armando sul fronte fu giunto
tosto scrisse alla cara sua moglie
non restare per me in pene e doglie,
ma tien conto del nostro bambin.
Questa lettere fu la prima
e l'ultima ormai
nel combatter successero i guai
e le notizie non vennero più.
Tutti dicon che Armando sia morto
ed a tali Giuditta la crede,
vuol però conservare la fede
che un giorno ad Armando giurò.
Lavorando mantenne il bambino
finché si fa grande,
ma una brutta notizia si spande
che l'Italia ancor guerra vuol far.
E sempre più spesso i giovani
venivano chiamati alle armi
al dovere da far.
Dopo aver abbracciato sua madre
se ne parte il bravo Turiddu,
lui combatte per forza il destino
che sì buono a sua madre sarà.
Sul fronte francese lui vien destinato
poi in Russia vien traslocato
dove cadde ferito ed ammalato
all'assalto non poteva più andar.
Vien dai Russi un portaferiti
lo raccoglie con ansia e si sbriga
per portarlo così all'ospedal.
Egli sa che il ferito è italiano
e gli chiede dove egli è nato
perché un giorno fu anche lui soldato
nelle eroiche schiere italian.
Io mi chiamo Gentili Turiddu
Gentili Giuditta è mia madre
non ho mai conosciuto mio padre
perché mi dicon che in guerra morì.
Così si sente gridare l'anziano
come un bambino
- sei mio figlio mio caro Turiddu
e nessuno dividerci può -.
Con gran decreto del comando alleati
quei prigionieri venivano un giorno liberati
per ritornar le loro famiglie abbracciar.
Odissea dei due prigionieri,
han destato una gran meraviglia
offre lieta una grande famiglia
dopo tante pene e dolor.

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Giulio Bindi
(Di san Carlo vi canto la scena
dei due amanti vi voglio parlare
mai nessuno li potè separare
perché eterno lor era l'amor).
Giulio Bindi era giovane e bello,
era figlio di ricche persone
e come disse appunto la ragione
la sua vita finisce così.
Lui amava una cara ragazza
che al vederla sembrava un tesoro,
lei campava del proprio lavoro
perché orfana al mondo restò.
Era buona la bionda Maria
lei amava il suo Giulio sincera,
ma il suo sogno pareva una chimera
e piangendo diceva così.
-Tu lo vedi mio Giulio adorato
che tua sposa non posso venire
c'è la mamma che vuole impedire
quest'amor che io nutro per te-.
var. -Tu lo vedi mio Giulio adorato
io con te sposa non potrò mai venire
perché la tua mamma mi vuole impedire
quell'amore che io nutro per te.
-Tu sei ricco, io povera sono
non ho padre né madre lo sai
ed un giorno così sposerai
una ricca sì al pari di te-.
Giulio allora abbracciando Maria
le diceva: -non dir tal parole,
te lo giuro se mamma non vuole
sarò pronto a morire con te-.
Era un vago mattino di festa
alla messa la mamma era andata,
i due giovani entravano in casa
ripensando alla tragica fin.
Giulio intanto impugnando quell'arma
che doveva troncar lor l'esistenza
e con lieta, tranquilla apparenza
all'amata un colpo sparò.
Quando a terra la vide cadere
la baciò un'altra volta sul viso
gridando: -lassù in paradiso
oh mia cara uniti sarem-.
Poi sparandosi un colpo alla testa
cade accanto alla dolce Maria,
oramai la sorte sì ria
aveva spento le lor vite così.
Or riposano i miseri accanto
ricoperti di rose e di viole,
sulle tombe vi son due parole:
-Maria e Giulio sono morti d'amor-.

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Lamenti di Parenti Giuseppe
O quanti pianti e sospiri madre mia
passi la notte ed il giorno per tuo figlio.
Saluto babbo, mamma, sorella Pia
piangete del Beppino il gran periglio.
O Politina bella mi fece innamorar
essendo dentro Lucca a fare il militar.
Nella cavalleria fui destinato
onesto militare con grande onore.
da trombettier effettivo passato
rispettavo tanto il tricolore.
Passa la notte ed il giorno era rinserrato
il povero Beppino nella rete.
Ma dopo tanto sofferto, venne il permesso
ma subito chiamato a tornar suonare.
Cessati di suonare venne il permesso
Beppino usciva dal quartiere allegramente.
dando ai compagni un saluto d'amore
dicendo vado fuori, vado a fare l'amore.
Beppino usciva dal quartier allegramente
proprio deciso di incontrar l'amante.
Ma invece dell'amante incontrò il tenente
gli disse: -Torna indietro all'istante-.
Disse Beppino: -Indietro tornerò
prima voglio saper il motivo e la ragione-.
-Stai zitto non fare il monello
presto ti manderò alla reclusione-.
-Basta che lei mi dica la ragione-.
Allora il tenente la spada impugnò
lo stesso fe' Beppino, la lotta incominciò.
Ferito fu il tenente alla testa
dal giovane Beppino all'età del fiore.
Son livornese, Parenti accennò
diede diversi colpi e all'estero scappò.

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Mamma mia io voglio Cesare
Mamma mia io voglio Cesare
io voglio Cesare e Cesarino,
quando Cesare sarà vicino
l'è la delizia del mio cuor.
È la delizia del mio cuore
è il destino della mia vita,
quando Cesare mi ha tradita
mi dovevo già maritar.
Mi dovevo già maritare
son rimasta qui sola sola,
non c'è più Cesare che mi consola
al mondo sola io resterò.
Tuti dizou que sono 'sfalia
son colori di malattia,
dammi il tempo che sia guarìa
i miei colori ritorneran.
Ritorneranno i miei colori,
mi ritiro in camerella
voglio vivere da verginella
e da verginella voglio morir.
Voglio andare tanto lontano
dagli amici e dai parenti
voglio fare i miei lamenti
e mai nessuno mi sentirà.

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Il mio primo amore è un bersagliere
Se io mi metto le scarpe ai pié
vado a passeggiare nel mio giardino.
Nel mio giardino ci son rose e fior
son per regalare al mio primo amore.
Il mio primo amore l'è un bersaglier
porta le piume sul cappello nero.
Cappello nero non mi tradir
perché son troppo giovane, tu mi farai morire.
Mi farai morire da confessare
a casa del diavolo tu mi farai andare.
Casa del diavolo non voglio andar
perché sono troppo giovane l'amor mi piace fare.
In paradiso io voglio andar
perché ci stanno gli angeli, m'insegnano a cantare.

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Stamattina mi sono alzata
Stamattina mi sono alzata
una mezz'oretta prima del sol, mamma mia,
una mezz'oretta prima del sol.
Son facciame alla finestrella
l'è per vedere il mio primo amor, mamma mia,
l'è per vedere il mio primo amor.
Il mio amore l'è giù in piazzetta
con una ragazzetta faceva l'amor, mamma mia,
con una ragazzetta faceva l'amor.
Mamma mia portami in chiesa
portami in chiesa dal confessor, mamma mia,
portami in chiesa dal confessor.
Con la bocca diceva i peccati
e con il cuore faceva l'amor, mamma mia,
e con il cuore faceva l'amor.
Ne diceva di bianche e di nere
e ne diceva di tutti i color, mamma mia,
e ne diceva di tutti i color.

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Per un confronto, ecco il testo della stessa canzone tratto dal "Canzoniere Occitano", a cura del dott. Renato Gardinali, quaderno n. 17, settembre 1976, dell'Amministrazione della Provincia di Cuneo.

Stamattina mi sono alzata
Stamattina mi sono alzata
'na mezz'oretta prima del sol, mamma mia,
'na mezz'oretta prima del sol.
Mamma mia, portami in chiesa
portami in chiesa dal confessor.
Con la bocca dicevo i peccati
e col cuore facevo l'amor.
Mi affaccio alla finestrella
e vedo in piazza il mio primo amor.
Il mio primo amore lo vedo in piazza
con un'altra donna a fare l'amor.

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La strada del bosco
La strada del bosco
l'è lunga, l'è larga, l'è stretta,
l'è faita a barchetta,
l'è faita per fare l'amor.
L'amore lo faccio
lo faccio con la mia bella,
che pare una stella,
una stella caduta dal ciel.
Caduta dal cielo
mandata, mandata da Dio,
che bel paradiso
dormire una notte con te.
Di notte non dormo
di giorno, di giorno cammino,
penso sempre all'amor mio
che un giorno lo devo sposar.

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Per un confronto, ecco il testo della stessa canzone tratto dal "Canzoniere Occitano", a cura del dott. Renato Gardinali, quaderno n. 17, settembre 1976, dell'Amministrazione della Provincia di Cuneo.

La strada del bosco
La strada del bosco
l'é lunga, l'é larga, l'é stretta,
l'é fatta a barchetta,
l'è fatta per fare l'amor.
L'amore lo faccio
lo faccio con la mia bella,
che sembra una stella
una stella caduta dal ciel.
Di giorno non non mangio
di notte, di notte non dormo,
io penso a quel giorno
che ti dovrò sposar.

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Alle undici di sera
Alle undici di sera
mi son fame na morosa
alle undici e mezza
la porto all'ospedale (bis)
la porto all'ospedal.
All'ospedal che sia
suo papà va ritruvé-la
o Mariuccia ti sœs bela
o Mariuccia come stai (bis)
o Mariuccia come stai.
Mio papà sto molto male
manda pur chiamar Moretto
perché prima di morire
lo voglio ancor baciare (bis)
lo voglio ancor baciar.
Moretto entra in camera
s'inginocchia ai pié del letto,
col suo bianco fazzoletto
si mise a lacrimare (bis)
si mise a lacrimar.
Non lacrimar Moretto
perché ormai son moribonda
ho la morte che mi circonda
arrivederci in cielo (bis)
arrivederci in ciel.
In cielo ci stanno gli angeli
all'inferno i condannati
e noi due innamorati
andremo a perdizione (bis)
andrem a perdizion.
(varianti:)
Pà, mio caro padre
io mi sento mal di petto
vammi a chiamar Moretto
lo voglio ancor baciare (bis)
lo voglio ancor baciar.
Ma ci rivedremo in cielo
su davanti al nostro Dio
voglio morire anch'io
io voglio morir con te (bis)
io voglio morir con te.

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L'ultimo giorno di carnevale
L'ultimo giorno di carnevale
mi son fatto una morosa.
Non sapendo come far
per andarla ritrovar
vestito da cappuccino
mi conviene andar.
Vestito da cappuccino
pian pian bussai la porta:
- No, no per carità
non star picchiar così
tengo la figlia a letto
che sta per morir -.
E se sta per morire
bisogna cunfesela
e voi che siete fra
e frate confessor
e fatemi il favor
cunfesela vui.
Per cunfesela bene
bisogna saré le porte,
e le porte soun sarà
finestre baricà
dizé-me pur voui bela
tut i vost pecà.
E peccati mi n'èi tre
trecentoventitrè,
ma quello che io amo
sta vicino a me.
Peccati mi n'èi sinc
sinsent e vintesinc,
ma quello che io amo
è frate cappuccin.

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Il ventinove luglio
Il ventinove luglio
quando matura il grano
l'è nata una fieta
con una rosa in mano.
Non era paesana
e nemmeno cittadina
l'è nata in un boschetto
vicino alla marina.
Vicino alla marina
dov'è più bello stare
si vedono i bastimenti
a galleggiar sul mare.
A galleggiar sul mare
ci voglion le barchette
a far l'amor di sera
ci vuol le ragazzette.
Le ragazzette belle
l'amor non lo san fare
noialtri giovanotti
glielo farem provare.
Glielo farem provare
glielo farem sentire
la sera dopo cena
prima di andar dormire.

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Voglio andare sul Montezemolo
Voglio andare sul Montezemolo
dove tutte le donne fanno l'amore.
Fanno portar le corna ai lor fidanzati
che son tanto lontano fare il soldato.
Prima la buona sera e poi la mano
ed un bacin d'amore che va lontano.
Sento gridar: -Beppino fatti coraggio
trent'anni di galera son di passaggio-.
Trent'anni di galera son di passaggio,
trent'anni di galera mi han rovinato.
O cancellier che tieni la penna in mano
scrivi una letterina alla mia bella.
Dille che son in galera per una donna
che mi ha promesso il cuore, non me l'ha dato.
Che mi ha promesso il cuore, non me l'ha dato
ed un bacin d'amore me l'ha negato.

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