Courente e balèt


Caratteristica comune a tutta la valle Vermenagna sono sicuramente i balli della tradizione.

In tutti quattro i paesi che la compongono sono diffusi i due tipi di ballo: courenta e balèt. Sono balli di coppia, ma una variante della courenta, detta di couscrit, si balla in gruppo, in cerchio. Sono costituiti da una serie di figure vengono ripetute in base alla musica, che dura a piacere degli esecutori. Le musiche sono alcune decine, qualcuna ha un nome, altre vengono indicate semplicemente eseguendone alcune note.

Gli strumenti utilizzati sono la fisarmonica cromatica a bottoni, armònic, ed il clarinetto, clarineta. Raramente il clarinetto è sostituito dal saxofono. Prima della diffusione della fisarmonica cromatica veniva utilizzata quella semitonata, semitoun, e prima ancora l'organetto. Strumenti a percussione non vengono utilizzati se non qualcuno improvvisato, quali due cucchiai.

Un tempo si ballava sia in paese sia, soprattutto, nelle feste, dette fëstin, alle cappelle delle frazioni o semplicemente ritrovandosi presso i casolari di maggiori dimensioni che avevano un'aia più ampia. In paese qualche volta, negli anni '50, si ballava anche il liscio. Nelle frazioni tale genere di balli non era conosciuto ed apprezzato, inoltre il fondo, formato da terra battuta, non lo avrebbe permesso.

Attualmente la popolazione si è spostata quasi tutta dalle frazioni ai centri abitati. Alle feste patronali viene in genere montato un capannone con il pavimento in legno che è utilizzato per alcune serate di ballo. Se una serata è prevalentemente dedicata al liscio, le altre sono di courente e balèt o di musica occitana. A rigor di logica questi due balli andrebbero inclusi nei balli occitani, vista l'appartenenza della valle Vermenagna all'Occitania. Di fatto la maggior parte delle persone del posto sente courente e balèt come balli propri e non accetta che vengano definiti come occitani. In effetti c'è un diverso modo di impararli e conseguentemente di viverli, di sentirli "nel sangue", quasi trasmessi geneticamente più che appresi. A ballare le courente si impara guardando gli altri, magari provando poi a casa per raffinare il passo. Per i balli occitani si frequentano in genere dei corsi.

Ora che alla terra si dà meno importanza di un tempo e c'è la possibilità tecnica e finanziaria, nelle frazioni di Robilante si è realizzata una pista da ballo in cemento. Questo rende più agevole il ballo. La modernità ha fatto fare un altro cambiamento, che riguarda le ore in cui si balla. Un tempo ai fëstin si ballava esclusivamente di giorno, magari omettendo di andare all'immancabile funzione religiosa pomeridiana del Vespro o Benedizione o fuggendo via appena questa era terminata, ora si balla solamente alla sera dopo cena.

Con il tempo è cambiato un po' il passo, forse anche per la musica che viene eseguita in modo più rapido. Ciò che è rimasta immutata è la passione per questi balli.

Approfondimenti
courenta   balèt  
 
varianti della courenta:
di couscrit tana bal dar coup  
 
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courenta ballata da "I Balarin di Barme" qualità media   qualità bassa

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La courenta è un ballo al quale può partecipare un numero qualsiasi di coppie.
Si struttura in cinque figure: passeggiata, ballare, girare, ballare e girare. Il primo girare è in senso antiorario, il secondo in senso orario.
Nella passeggiata c'è uno spostamento dei componenti la coppia, disposti affiancati; nelle altre figure l'esecuzione è sul posto.

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Il balèt è un ballo al quale può partecipare un numero qualsiasi di coppie.
Si struttura in tre figure ballare, girare e girare. Il primo girare è in senso antiorario, il secondo in senso orario.
Tutte le figure sono eseguite sul posto.

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armònic
fisarmonica cromatica a bottoni

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semitoun
fisarmonica semitonata

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organèt
organetto

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La courenta nella versione ordinaria è un ballo nel quale le coppie che vi partecipano non interagiscono tra loro, pertanto il loro numero è libero. Anche la loro disposizione sul luogo del ballo è libera, in genere sparpagliata in modo da non ostacolarsi a vicenda.
Si struttura in cinque figure: passeggiata, ballare, girare, ballare e girare che costituiscono una parte di ballo. La denominazione locale delle figure è: ëndâ a 'spas, balâ, virâ, balâ e dësvirâ. Una parte di ballo dura una ventina di secondi ed è ripetuta solitamente da cinque a sette volte.
- L'ëndâ a 'spas consiste in una passeggiata affiancati, con la dama alla destra del cavaliere. La direzione del movimento è tendenzialmente in senso antiorario. La durata è di otto battute musicali. L'avambraccio sinistro della dama è appoggiato sul braccio destro del cavaliere e la mano ne raggiunge la spalla. Ballerine anziane tengono solitamente il braccio trasversalmente alla schiena del cavaliere, passando con il proprio braccio al di sopra di quello del cavaliere. L'avambraccio destro del cavaliere passa lungo la schiena della dama per giungerle al fianco destro. Il cavaliere con la mano sinistra tiene la mano destra della dama. Talvolta queste due mani vengono fatte oscillare.
- Alla fine di questa prima figura, mantenendo unite le due mani che già si tenevano, i ballerini si dispongono uno di fronte all'altra dandosi anche le mani che in precedenza erano tenute dietro al corpo. Le mani del cavaliere sono tenute in verticale; le mani della dama (presso il palmo) poggiano sul dito indice del cavaliere che le stringe. Rispetto al corpo, le mani sono all'incirca all'altezza dei fianchi.
In questa posizione i ballerini eseguono la figura del balâ consistente in saltelli sul posto, per la durata di quattro battute musicali.
- Il primo virâ consiste in una rotazione in senso antiorario, per due giri completi della coppia, che corrispondono a quattro battute musicali. I ballerini si accingono a questa rotazione spostandosi leggermente verso destra ed avanti al termine del balâ in modo da accostarsi reciprocamente con le parti sinistre del corpo, rivolti in direzioni opposte. Solitamente continuano a tenersi per mano, portandole ai fianchi. E' anche possibile che i ballerini sciolgano il legame che avevano con le mani durante la precedente figura ed eseguano il virâ abbracciati: la mano sinistra del cavaliere al fianco destro della dama, la mano sinistra della dama al fianco destro del cavaliere e le altre due mani sul braccio, presso il gomito, del compagno/a.
- Al termine del primo virâ si riprende la posizione del balâ e si esegue tale figura, sempre della durata di quattro battute musicali.
- La parte di ballo si conclude con il dësvirâ, simile al virâ, ma con rotazione in senso orario. Conseguentemente valgono le indicazioni date per il primo, scambiando i termini destra e sinistra.
Al termine del dësvirâ i ballerini ritornano in posizione affiancata e riprendono con l'ëndâ a 'spas.
Dopo aver eseguito un numero a piacere di parti di ballo, i suonatori segnalano la conclusione dell'ultimo dësvirâ con una leggera variazione della melodia ed i ballerini concludono il ballo restando uno di fronte all'altro.

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Il balèt è un ballo al quale può partecipare qualsiasi numero di coppie, che si dispongono sparpagliate in modo da non ostacolarsi a vicenda.
Si struttura in tre figure: ballare, girare e girare in senso opposto, che costituiscono una parte di ballo. La denominazione locale delle figure è: balâ, virâ e dësvirâ. Una parte di ballo dura circa 28 secondi ed è ripetuta solitamente cinque volte.
- Il balâ può anche analiticamente essere considerato composto da due figure successive uguali. Infatti viene eseguita due volte una musica della durata di otto battute musicali.
Per questa figura i ballerini si pongono uno di fronte all'altra e compiono dei saltelli. Esistono due modalità di esecuzione: attualmente la più diffusa è quella in cui dama e cavaliere eseguono questa figura senza toccarsi. Le braccia sono solitamente tenute sciolte lungo i fianchi, mentre poche persone le tengono piegate, con le mani appoggiate alla cintola.
Quando una coppia balla allacciata, il cavaliere porta le mani ai fianchi della dama e questa poggia le proprie mani sulle spalle del cavaliere. In questo caso occorre ballare in modo molto composto per evitare reciproche ginocchiate e soprattutto è necessaria una buona sincronia per evitare una antiestetica e scomoda alternanza nei movimenti di leggero sollevamento del corpo dovuti al ballo. - Il virâ consiste in una rotazione in senso antiorario, per la durata di otto battute musicali alle quali corrispondono quattro giri completi della coppia. Il cavaliere porta la mano sinistra al fianco destro della dama, similmente fa la dama; le altre due mani vengono poste sul braccio, presso il gomito, del compagno/a.
I corpi si avvicinano fino a toccarsi sulla sinistra, i volti sono girati in direzione opposta.
- Al termine di questa figura segue una brevissima pausa durante la quale i ballerini sciolgono l'abbraccio, retrocedono leggermente prendendosi per mano e scambiano la posizione delle mani. Si avvicinano fino a toccarsi sulla destra, nuovamente con i volti sono girati in direzione opposta. Inizia poi la rotazione in senso orario, dësvirâ, di durata pari al virâ. Al termine i ballerini si ridispongono di fronte a coppie per un'altra parte di ballo.
Un tempo vigeva la regola che ci fosse uno scambio tra i partecipanti al termine di ogni parte di ballo: le dame attendevano sul posto, mentre i cavalieri si spostavano recandosi da un'altra ballerina. Il cavaliere si avvicinava a qualsiasi altra dama che si trovasse nelle vicinanze, oppure due coppie si accordavano ed effettuavano scambi solamente tra loro.
La coppia, che eventualmente non avesse effettuato lo scambio, attendeva senza danzare l'esecuzione di una parte completa di ballo per riprendere con quella successiva.
Attualmente il balèt viene prevalentemente eseguito senza scambio, pertanto le coppie rimangono immutate dall'inizio alla fine del ballo.

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Un modo di ballare la courenta in gruppo è detto di couscrit. In origine alla festa dei coscritti ed alle feste di leva partecipavano solo gli uomini e questo era conseguentemente un ballo eseguito solamente da loro.
Ci si predispone al ballo formando un cerchio, rivolti verso l'interno, alternativamente dame e cavalieri, che si tengono per mano per l'intera durata del ballo. Non ha comunque importanza se vi sono persone spaiate.
Nella figura ëndâ a 'spas si va tutti verso il centro del cerchio poi si retrocede fino alla dimensione originale del cerchio.
Nel balâ si balla sul posto, sempre tenendosi per mano. Le braccia sono normalmente all'altezza dei fianchi, ma possono anche stare più in basso o più in alto a seconda di quanto si è esteso il cerchio.
Nel virâ ci si muove tutti in senso antiorario, ruotando il corpo quanto basta per non dover fare dei passi laterali. Nel dësvirâ ci si muove tutti in senso orario.
In genere nello ëndâ a 'spas i ballerini lanciano grida. Spesso si grida anche nel balâ, ma in modo ritmato.

E' il modo più semplice di ballare. Conseguentemente si balla in questo modo quando ci si trova in gruppi dove c'è qualcuno che non sa o non osa ballare in coppia. Ci si dispone in cerchio anche per festeggiare qualcuno che vien lasciato a ballare in coppia all'interno del cerchio.
Quando si tratta veramente di coscritti che festeggiano, con la bandiera della leva, colui che la sorregge balla al centro del cerchio.

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Una variante della courenta, ballata di rado nei fëstin, è la tana. La disposizione delle coppie di ballerini è in fila. Solitamente si aggregano da quattro a sei coppie.
Il balâ ed il virâ si eseguono come nella courenta ordinaria.
Al momento dello ëndâ a 'spas le coppie dalla seconda all'ultima si prendono per una mano, la destra per i cavalieri e la sinistra per le dame, sollevandole in alto formando una galleria o tana.
Ognuno dei due componenti la coppia in prima fila fa un mezzo giro su se stesso e passa, chinato e affiancato all'altro, sotto la tana formata dagli altri ballerini, che nel frattempo avanzano. Giunta al termine della tana la coppia si accoda alla fila, sollevando a sua volta le braccia ed avanzando come le altre coppie. Il cavaliere che passa sotto con la propria mano sinistra tiene la mano destra della dama.
I componenti di quella che era la seconda coppia della fila, e che è diventata la prima, abbassano le braccia, fanno a loro volta un mezzo giro su se stessi e passano sotto la tana. Si procede così di seguito, fin che dura la musica di tale figura.
Quando la musica cambia, la coppia o le coppie che si trovano sotto la tana si fermano nel punto in cui si trovano mentre le altre coppie fanno loro spazio ed abbassano le braccia disponendosi al balâ.

La tana è' una forma di ballo che si è sviluppata nelle serate di veglia nelle stalle dove lo spazio a disposizione dei ballerini era limitato. Era conosciuta in tutte le frazioni di Robilante e si ballava abitualmente fin verso gli anni 1940-1950.

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Una variante della courenta di cui è giunta notizia, ma che non è più praticata al giorno d'oggi è quella detta "dar coup". Letteralmente significa "del coppo". Nei nostri paesi i coppi per la copertura dei tetti non sono diffusi, però sono conosciuti. L'espressione "dâ ou coup" sta ad indicare un rifiuto ad una proposta di matrimonio o il lasciarsi di due fidanzati.
Cavalieri e dame interessati al ballo si disponevano in cerchio. Una dama andava a cercarsi il cavaliere e, rivolgendosi ad uno di quelli che formavano il cerchio, gli chiedeva quale fosse il suo mestiere. In base alla risposta ricevuta decideva se prenderlo per un giro di ballo o se passare ad interpellare il ballerino successivo. Scelto il cavaliere eseguiva con questi un giro di ballo al termine del quale andava a collocarsi nel cerchio ed era l'ultimo entrato che faceva domande per scegliersi la ballerina.
L'interesse che destava questo ballo era dovuto alle risposte argute o salaci che gli interpellati fornivano.

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